02/12/15

Kisima Ingitchuna..?

In mezzo al marasmatico marasma del mio backlog, nei giorni scorsi si è concretizzato il rarissimo evento di un gioco acquistato, installato, giocato e completato (com-ple-ta-to!) compreso il DLC, nel giro di qualche giorno: signore e signori, il fortunato estratto è (stato) Never Alone!
Questo gioco mi ha attirato fin da subito, complice una grafica e un trailer ruffiani quanto basta, solleticando la mia attenzione in quanto potenzialmente parte di quel qualcosa di diverso, a cui mi sento sempre particolarmente interessato.
In questo caso l'elemento particolare è il forte intento "pedagogico" volto a far conoscere la cultura della popolazione Inupiat, la cui cultura e tradizioni permeano le meccaniche di gioco e l'ambientazione. 
Altro aspetto intrigante è stato senza dubbio l'aver fondato il gioco su dinamiche cooperative ideali per una co-op "da divano": mettete insieme personaggi cartoonosi quanto basta (con il colpo basso della irresistibile volpe artica...), un'ambientazione evocativa e peculiare e il piacere di una vera co-op locale e l'interesse mio e della mia dolce metà è praticamente garantito! :-)
E così è stato fatto, al primo sconto appetibile.
Ho letto in giro recensioni secondo me troppo severe. Come dico spesso, non mi interessa fare recensioni però il gioco mi è piaciuto! Certo le meccaniche di gioco sono alquanto semplici, però mi pare che il gioco sia comunque divertente e coinvolgente, soprattutto a me è piaciuto come tutto (scenari, nemici, armi) sia stato congegnato e preso in maniera fedele da "quel" mondo, ad esempio il vento periodicamente arriva a spazzare la pianura e ti devi accucciare sennò ti porta via, ed è quello stesso vento che devi aspettare per farti dare una spinta e raggiungere quella certa piattaforma.
Credo appunto che sia giusto sapersi proiettare in quel mondo... per dire, la recensione di gamespot critica il gioco perchè non si capisce bene quando arriva il vento ( "The problem here is that it's incredibly difficult to discern when a gust is about to blow"), ma io dico... benedetto ragazzo... certo, è proprio quello il punto, perchè anche quando sei "là fuori" non è che hai un avviso sul display che ti segnala la raffica 5 secondi prima con matematica precisione, no? :-P
Inoltre mi è MOLTO piaciuta l'idea di collegare gli immancabili collezionabili allo sblocco di porzioni del documentario: mi sembra un modo intelligente di integrare ed evidenziare il lavoro "dietro le quinte" che anima questa produzione nonchè appunto fare il possibile per aumentare il potenziale pedagogico del gioco. L'idea non è totalmente nuova, ma in questa forma così diretta e fronzol-less personalmente non l'avevo mai trovata, bravi.
Più in generale, l'esperienza di questo repentino acquisto-gioco-completamento mi ha fatto riflettere su quanto sia sempre più raro, al di fuori di questa scena indie, imbattersi in giochi che non pretendono di monopolizzarti tempo ed energie per settimane o mesi. Oramai ogni titolo "tripla A" che esce mira palesemente a dominare la tua esistenza di videogiocatore, tra obiettivi maratonici, sfide quotidiane come se piovesse, season pass, livellamenti su livellamenti, prestigi su prestigi, tutto uno sbloccare, conquistare, grindare (nelle loro intenzioni) senza fine.
Ecco invece un gioc(hin)o che si fa giocare, finire ed è disposto a uscire docilmente di scena, chiedendoci semmai di essere assaporato con la giusta calma e di essere poi ricordato come un'esperienza a suo modo unica. Ce ne vorrebbero di più, o forse ce ne sono e "noi" dovremmo giocarne di più, invece di correre dietro all'annuale colofdiuti.

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