27/12/16

Questa è la storia...


Finalmente mi sono deciso a giocare la  cosiddetta "campagna" single-player di Tomb Raider e, in breve, mi è piaciuta davvero, davvero tanto! Sicuramente una delle migliori "regie" che mi sia capitato di vedere, soprattutto per come fonde le parti filmate con le parti giocate (o semi-giocate, come le sequenze "sui binari" o quelle platform che fanno davvero tanto "Tomb Raider")...  e poi che scenari, e che sequenze... anche gli eventi quick-time sono piazzati e concepiti in modo da risultare naturali e anzi come una benvenuta scossa adrenalinica in un gioco che risulta essere soprattutto di esplorazione/piattaforme, dato che gli scontri a fuoco sono davvero facili.
Insomma, tanto mi ha appassionato questa campagna che, una volta finita... mi sono messo a rigiocarla!
E mi sento di dire che, in generale, trattasi di cosa buona & giusta.
Arrivo anzi a dire che dovrebbe essere una regola generale, naturalmente per giochi con una qualità tale che ne valga la pena, perché esattamente (e forse di più) come un buon film, o un buon libro... anche la storia di un buon videogame si apprezza decisamente di più al secondo passaggio, o se non altro la si vive in una maniera diversa, e complementare.
Tanto per cominciare c'è ovviamente il discorso della prospettiva, sapendo "come sono andate a finire" le cose, gli snodi narrativi si colgono in maniera diversa e più consapevole, il lavoro degli sceneggiatori viene apprezzato maggiormente.
Soprattutto c'è l'aspetto del ritmo e della continuità.
Mentre ero impegnato nella prima "passata" ho obbligato la narrazione a delle luuuuunghe pause, allo scopo di andare alla caccia di collezionabili e/o progredire in esperienza e dotazioni per poter aver vita relativamente agevole nel proseguire la storia. Approccio non sbagliato, ma che certo nuoce al ritmo della narrazione... magari si dedicano un paio d'ore via "viaggio veloce" in una locazione che non ha nulla a che fare con dove la trama ti ha condotto, il giorno dopo torni alla trama... ma è come avere vissuto una gigantesca interruzione pubblicitaria, devi riannodare mentalmente tutti i fili (anche se il nostro cervello è spettacolarmente bravo in questa attività) e soprattutto ricostruire una atmosfera e uno stato emotivo.
Senza contare che poi mentre lo giochi hai anche altre cose per la testa, primi fra tutti gli amati/odiati obiettivi, per cui il coinvolgimento è disturbato da pensieri tipo "devo fare ancora tot uccisioni con quest'arma" o tipo "questo è un buon posto per provare a fare quell'obiettivo che..." , tutte considerazioni che influiscono sulla condotta di gioco e appunto sulla "libertà" che ha la storia di riempire la nostra testa e la nostra attenzione.
Visto che se ne parla, l'aspetto paradossale della mia esperienza con questo gioco è appunto questo: durante la campagna ero in ansia per tutta 'sta roba, i collezionabili... le sfide... gli obiettivi (soprattutto quello di uccidere i nemici mentre si calavano giù dalle corde) allo scopo di evitare l'amara disavventura di dovermi poi trovare costretto a... rigiocare la storia! Cosa che poi ho scelto comunque, liberamente, di fare.  :-)
Intendiamoci: è risaputo che spesso queste campagne abbiano una sceneggiatura traballante e/o pretestuosa, non sto sostenendo che siano dei capolavori di letteratura. Che poi, ammettiamolo, anche a noi quello che interessa - principalmente - è sparare e saltare!
Però ci sono indubbiamente molti giochi che "funzionano", se si fa loro il favore di assecondarli un po' e di lasciarsi coinvolgere, proprio come questo Tomb Raider: mi è piaciuto lo spunto di ri-partire da una Lara inesperta e insicura, partenza di cui si giova il concetto di "accumulo di esperienza" (e sblocco delle relative capacità) , che diventa un qualcosa di molto più naturale e plausibile.

Quindi ecco, mi sento di consigliarlo a tutti. Quando trovate un gioco fatto bene, che vi piace, rigiocatevi la campagna: magari alla difficoltà più bassa, il più tutto d'un fiato possibile, ma non di corsa, proprio come se fosse un film interattivo. O forse (devo provare!) giocarsi subito la campagna senza pensare ad altro, e poi mettersi "al lavoro" con la lista obiettivi, trovando però il tempo di capire bene, specie all'inizio della storia, quello che magari la prima volta non abbiamo troppo colto.

Magari proverò quest'altro metodo proprio con il seguito, Rise of the Tomb Raider, che è al momento sullo scaffale pronto per iniziare.




ps: giusto alla vigilia di Natale, ho sperimentato una seconda volta questo metodo, anche se in maniera meno... ehm.. volontaria, con la campagnia di Battlefield 4. Colpa del fatto che questo "bellissimo" gioco mi ha perso il salvataggio proprio quando sono arrivato alla fine, per cui dovendolo rigiocare allapass difficoltà massima ho preferito non correre rischi e farmelo tutto di fila, senza spegnere la console. Ebbene, pure essendo una storia alquanto farlocca, posso confermare che ha funzionato decisamente meglio che non alla prima passata!

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